L’ODISSEA DEI SERVIZI EDUCATIVI PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA PUGLIESI

L’ODISSEA DEI SERVIZI EDUCATIVI PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA PUGLIESI

Insostenibile la gestione delle strutture educative a causa dei ritardi amministrativi accumulati dalla Regione Puglia.

Migliaia di licenziamenti e famiglie senza asili nido e servizi di supporto per le fasce deboli della popolazione. A denunciare la situazione oramai insostenibile riguardante i servizi educativi per l’infanzia e l’adolescenza sono la Federazione Italiana Scuole Materne e Nidi (FISM) Puglia, Forum Terzo Settore, Legacoopsociali Puglia, Acsemi Bari e Confcooperative Federsolidarietà Puglia. “500 strutture di accoglienza per i minori nella fascia 0-17 anni, oltre 10.000 utenti, 5.000 dipendenti di cui il 95% donne: questo è il quadro dei servizi all’infanzia e all’adolescenza della regione Puglia. Dal mese di settembre -dichiara Carla Calabrese, vicepresidente di Confcooperative Federsolidarietà Puglia – non siamo in grado di fatturare perché l’accreditamento e tutto il sistema dei buoni va per le lunghe. Chiediamo al nuovo assessore regionale al Welfare un incontro urgente e la possibilità di essere ascoltati per accelerare i processi e risolvere questa annosa questione, altrimenti nel giro di 15 giorni i dipendenti delle strutture rischieranno di non avere più un posto di lavoro”.  Le strutture educative, che stanno accogliendo i minori dallo scorso mese di settembre, chiedono alla Regione Puglia il rispetto dei termini scaduti da mesi e il riconoscimento delle indennità alle strutture in sofferenza per poter pagare, a stretto giro, lo stipendio a migliaia di operatori. In difetto, dal prossimo febbraio, le strutture saranno costrette a richiedere alle famiglie il pagamento dell’intera retta e ciò potrebbe verosimilmente comportare la rinuncia alla frequenza  dei minori ad opera delle famiglie e la conseguente chiusura del servizio. “Il comparto è in crisi” – ribadisce Piero Rossi, presidente Confcooperative Puglia. “Un comparto che ha la presa in carico di minori e famiglie e che non ce la fa più per questioni di ritardi burocratici. Finalmente abbiamo un interlocutore politico – il neo assessore al Welfare Rosa Barone a cui formuliamo i migliori auguri di buon lavoro – al quale chiediamo di poter dialogare in maniera efficace, nell’ottica della collaborazione come è nella nostra tradizione, con l’obiettivo di risolvere problemi concreti. La snellezza delle procedure è vitale in questo momento, altrimenti avremo un sacco di persone a casa e la scopertura di servizi da noi considerati essenziali e percepiti come tali anche dallo stesso target di riferimento”. Sono 30 milioni di euro i fondi europei assegnati per l’a.e. 20/21 alle famiglie per garantire un accesso a servizi estremamente costosi a cui dovranno essere aggiunti almeno altri 20 milioni.

Servizio di Antenna Sud – Canale 13